Per gli studenti che hanno scelto la specializzazione in Pasticceria non c’è lezione più attesa!

Ogni settimana indossano la divisa da pasticcieri, si recano nel laboratorio dove hanno a disposizione spazi di lavoro e tecnologie all’avanguardia e si mettono alla prova nella realizzazione di dolci d’ogni tipo.

A partire dal terzo anno le ragazze e i ragazzi seguono un percorso ben strutturato. All’inizio si cimentano con preparazioni e impasti base della pasticceria, quindi esplorano le tradizioni dolciarie del territorio e delle altre regioni d’Italia. Il quarto anno si dedicano alla pasticceria nazionale. Infine, nel quinto anno, gli orizzonti si ampliano sulla pasticceria internazionale e moderna.

“L’obiettivo è quello di offrire una formazione a 360 gradi, che permetta loro di confrontarsi con la più ampia varietà di situazioni operative. – spiega la professoressa – Per questo cerchiamo continuamente occasioni per arricchire il programma con approfondimenti sull’arte bianca della panificazione, la pasticceria salata, la lavorazione del cioccolato, il cake design e qualsiasi altro argomento sia utile, attuale e richiesto dal mondo del lavoro”.

Fulcro di ogni attività didattica è lo sviluppo dell’autonomia e le ore di laboratorio sono strategiche in tal senso. Gli studenti hanno modo di verificare direttamente le competenze acquisite, capire eventuali errori e cogliere stimoli per migliorarsi; si misurano con gli aspetti squisitamente pratici che fanno la differenza, come saper utilizzare gli strumenti di lavoro, fare la spesa in maniera oculata, organizzarsi bene dividendosi i compiti, correre piccoli rischi per esprimere la propria creatività

Stavolta li abbiamo osservati nella preparazione di una crostata morbida al cacao con ganache di cioccolato fondente e pere cotte nel vino speziato e di una cheesecake con base di pan di spagna al cioccolato con cuore di frutti di bosco e mousse al mascarpone. Davvero deliziose!

Il mercato dell’offerta turistica è ricco di fascino e di opportunità, ma per fare carriera sono richieste sempre più competenze specialistiche

 

Il percorso di studi dedicato dall’Istituto Professionale “Alessandro Filosi” agli studenti che hanno scelto l’indirizzo di Accoglienza Turistica alterna lezioni teoriche e esercitazioni pratiche, in cui vengono simulate situazioni, attività e mansioni che caratterizzano i diversi contesti operativi.

Stavolta i ragazzi si misureranno con una prova molto interessate: esporre al pubblico una relazione, elaborata anche dal punto di vista grafico con una presentazione multimediale. Il tema proposto dall’insegnante è stato il patrimonio italiano dei siti UNESCO, tra i quali ogni studente ha scelto quello su cui centrare il proprio lavoro.

“È un’attività che mette in rete una molteplicità di conoscenze, abilità e competenze: la capacità di studio e ricerca di informazioni, le tecniche di comunicazione e public speaking, l’utilizzo di alcuni software e la sensibilità per la valorizzazione di un turismo responsabile e di alto livello.” riflette la professoressa.

Le simulazioni sono lo strumento più efficace per preparare i giovani all’ingresso nel mondo del lavoro. Avviene infatti così che, mentre ancora sono a scuola, essi sperimentino quel che accade nella reception di un albergo, conoscano i principali software di gestione delle prenotazioni, si esercitino nelle varie forme di comunicazione scritta e orale con il cliente, imparino a gestire gli imprevisti attraverso l’arte del problem solving, costruendosi un profilo professionale ricco, attuale, concreto e versatile.

 

Tutte le materie trovano sempre una modalità di confronto o di concreta applicazione nella realtà

Se facessimo un piccolo sondaggio tra gli studenti, sul podio delle materie preferite salirebbero indiscusse Psicologia e Cultura medico-sanitaria.

La ragione è semplicissima: sono le materie professionalizzanti, che prendono per mano gli alunni rispettivamente dal primo e dal terzo anno e li conducono alla scoperta del complesso mondo dei Servizi Socio-Sanitari, offrendo loro un prezioso bagaglio di conoscenze specialistiche.

Si comincia con l’osservazione del ciclo di vita e l’approfondimento sulle caratteristiche delle fasce deboli: minori, anziani e disabili. – spiega la professoressa di Psicologia – Successivamente vengono inquadrate e analizzate le forme di disagio e di disabilità e dal quarto anno si studiano le teorie e gli approcci psicologici, passando infine alla loro applicazione nei vari contesti operativi”.

Come confermano gli stessi studenti: “Avere questo tipo di preparazione è importantissimo, quando si ha intenzione di costruire il proprio futuro lavorativo mettendosi al servizio di persone in difficoltà”.

diploma servizi sociosanitari

A braccetto con lo studio della psiche va quello del corpo. Cultura medico-sanitaria è l’altra disciplina scientifica, che affronta temi fondamentali: “Partiamo dall’anatomia, cioè da come siamo fatti e come funzioniamo. – racconta la professoressa – Ci concentriamo poi sulle patologie e in particolare quelle che colpiscono maggiormente minori, anziani e disabili e lavoriamo poi su tutto ciò che attiene alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere della persona.

L’ultimo anno è dedicato alla progettualità, ossia alla capacità del diplomato di ideare e progettare interventi personalizzati, utilizzando le risorse che il sistema dei servizi socio-sanitari integrati mette a disposizione.”

Com’è tipico dell’istruzione professionale tutte le materie trovano sempre una modalità di confronto o di concreta applicazione nella realtà: è quanto avviene nell’impostazione didattica delle lezioni, nelle ore di laboratori e metodologie operative e soprattutto grazie ai PCTO – percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento – in cui gli studenti vivono esperienze formative straordinarie all’interno di cooperative sociali, centri di aggregazione giovanili e per anziani, case di riposo, strutture per disabili o accanto alla Croce Rossa Italiana.

Ciò che più rappresenta la professionalità nel servizio sono le buone maniere.

Per diventare un ottimo cameriere in alberghi di lusso e ristoranti stellati e per aspirare a fare carriera in mestieri a stretto contatto con il pubblico, è fondamentale sapere come comportarsi in ogni circostanza per soddisfare i clienti.

I laboratori di sala sono lo strumento principe con cui l’Istituto Professionale di Stato “Alessandro Filosi” consente agli studenti di Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera di sviluppare queste preziose doti relazionali e comunicative.

Stamattina il compito affidato ai ragazzi è creare una mise en place dedicata all’antica Roma. “Lavoriamo spesso su allestimenti a tema, perché aggiungono un pizzico di creatività all’apprendimento delle regole di un’apparecchiata impeccabile, che gli studenti devono conoscere alla perfezione. – spiega il professore – In questo caso abbiamo immaginato di passeggiare per i fori romani, tra caraffe di vino, bighe e fiori. È molto importante concentrarsi sull’atmosfera che offriamo con il nostro servizio”.

La seconda parte della lezione è sull’arte del flambé, rivisitata al fine di completare la cottura delle pennette alla vodka dinanzi ai clienti. “Anche in questo caso l’impatto scenografico va di pari passo con l’eleganza.” sottolinea il docente. E così l’attenzione è rivolta alla precisione dei movimenti da compiere, alla postura corretta, alla delicatezza delle movenze, fino alla capacità di intrattenere una conversazione nell’attesa che il piatto sia pronto.

“I nostri ragazzi trascorrono molte ore in divisa, sperimentando di volta in volta le più diverse situazioni in cui potranno trovarsi a lavorare – conclude il professore – La loro formazione professionale va oltre nozioni e conoscenze teoriche: è ricca di pratica e poggia su una crescita personale, che li rende ben educati, autonomi, responsabili, capaci di lavorare in team e di confrontarsi molto bene con il mondo del lavoro, sin da giovanissimi”.

 

Tutto ciò che viene studiato sui libri è vissuto come esperienza sul campo.

Ciò che caratterizza fortemente l’istruzione professionale è la preziosa integrazione tra teoria e pratica.

Questa mattina vi raccontiamo una lezione tipo degli studenti dell’Istituto Professionale di Stato “Alessandro Filosi”, che hanno scelto l’indirizzo di Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera e in particolare la specializzazione in Cucina.

L’attività formativa, come dicevamo, ha avuto inizio qualche giorno fa in aula, quando i professori hanno presentato il menu ai ragazzi. Essi hanno avuto modo di studiarlo sotto l’aspetto chimico-fisico, organolettico e nutrizionale, di fare a casa qualche ricerca di approfondimento e di organizzarsi per il momento in cui avrebbero dovuto realizzarlo, preparando la lista della spesa e dividendo i compiti della brigata.

“Nei primi anni gli studenti si cimentano con preparazioni semplici e imparano a valorizzare soprattutto i prodotti del territorio. – spiega il docente – Man mano che prendono confidenza con la tecnica, si passa a elaborazioni più complesse e la conoscenza della cucina assume orizzonti internazionali”.

Così, mentre lavorano la pasta all’uovo per i tagliolini pasticciati in manto di mela, battono la carne per la piccata al vino bianco con funghi trifolati o si occupano di salse e cotture, questi giovanissimi aspiranti chef prendono confidenza con attrezzature e tecnologie, ruoli in cucina e lavoro di squadra e costruiscono ognuno un ricco bagaglio di competenze professionali con cui approcciare al mondo del lavoro.